Luoghi di culto in Francia
Il numero e lo stato materiale dei luoghi di preghiera mussulmani in Francia costituiscono ancora un handicap nella gestione dell'Islam, anche se la situazione è in miglioramento. Molti musulmani si affidano ancora ai luoghi di culto “improvvisati”, nel peggiore dei casi si parla di “Islam delle cantine”. Con l'ingresso del millennio c'erano 1685 luoghi di culto per una popolazione dai 4 ai 5 milioni di musulmani, aumentati a 2150 nel 2006, includendo qualsiasi tipo di luogo di culto, dalle moschee alle sale da preghiera. Vi sono anche richieste per avere spazi per pregare vicino alla propria abitazione o lavoro, dato che le preghiere sono da fare regolarmente durante la giornata. Le prime richieste di questo tipo erano già state fatte dai lavoratori nel 1970 ai costruttori di automobili che impiegavano molti immigrati. Nella maggior parte dei casi questi luoghi di culto sono di dimensioni ridotte. In tutto l'Esagono c'è solo una ventina di moschee che possono accogliere più di 1000 fedeli, ed una cinquantina abbastanza grandi da accoglierne dai 500 ai 1000. Due terzi di questi luoghi sono in realtà semplicemente parti comuni di immobili popolari trasformati per i bisogni religiosi, ma anche dei garage, che spesso non possono accogliere più di una cinquantina di persone. Il luogo di culto tipico dell'Islam in Francia è quindi un locale attrezzato in maniera improvvisata e che non è nemmeno identificabile dall'esterno del palazzo. È anche comune che un commerciante del quartiere affitti una parte del suo locale ai fedeli mettendoci dei tappeti. Per anni molte sale sono state in condizioni materiali pietose, quali tappeti stracciati, mancanza di acqua calda (tenendo conto che un fedele musulmano deve compiere l'abluzione prima della preghiera) e di riscaldamento. Dall'inizio del millennio ad oggi ovviamente col crescere della popolazione musulmana sono aumentate anche le richieste di luoghi di culto più grandi e più dignitosi per la funzione che devono svolgere. Negli ultimi anni si sono create delle procedure di conciliazione, intaurando delle relazioni di fiducia tra eletti municipali e responsabili associativi o religiosi musulmani; e in numerose agglomerazioni francesi i fedeli riescono a pregare in luoghi decenti, che rimpiazzano le “cantine” degli anni ‘80 e ‘90. Le legge del 1901
All'inizio del 2000, sui 1685 luoghi di culto, 1126 sono gestiti da associazioni riconosciute, registrate dalla legge del 1901, che dà loro diritto di ricevere sussidi dalle collettività locali e anche di partecipare alle elezioni del Consiglio francese del culto musulmano, cosa che non è possibile con la legge del 1905 di separazione tra Chiesa e Stato. Il lato negativo però è che la costruzione di moschee diventa strettamente dipendente dalla buona volontà finanziaria degli enti locali, il che crea un rischio di politicizzazione. I progetti di costruzione di nuove moschee sono comunque sottomessi all'approvazione da parte dell'edilizia locale. Alcuni progetti comportano la costruzione di minareti e questa visibilità crea dei conflitti a livello locale impedendo spesso la realizzazione di progetti. Alcune moschee sono state finanziate da aiuti indiretti provenienti da aiuti municipali. E' il caso di Lyon, Montpellier, Rennes, Colmar e Créteil. In generale le municipalità preferiscono apportare il loro aiuto alla stabilizzazione di piccoli luoghi di preghiera modesti piuttosto che a grandi progetti di moschea. |
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