La Questione Musulmana
La presenza dei musulmani sempre più massiccia e visibile sul suolo francese a partire dagli anni ‘70 ha fatto sì che lo Stato si interrogasse sulla loro situazione giuridica, il loro status, il loro posto nella società e il ruolo che acquisiscono. Se c’è un’uguaglianza di diritto assoluta tra tutte le religioni in Francia, esiste tuttavia un’inuguaglianza di fatto a scapito dei “nuovi” culti, apparsi sul territorio metropolitano dopo la legge del 1905 di separazione tra la Chiesa e lo Stato. Questa legge mirava infatti a regolare la situazione dei culti riconosciuti e ad organizzare le associazioni di culto create con la legge. Questo ha conseguenze più profonde nell’approccio e la comprensione dell’Islam da parte della società francese che tende a considerarlo come un fenomeno estraneo. La Francia, con le sue colonie e i suoi protettorati, era sì in contatto diretto con le popolazioni musulmane, ma l’Islam restava un fenomeno esterno alla coscienza nazionale.
A differenza di altre minoranze religiose, come il Protestantesimo o l’Ebraismo, che sono radicati nella storia e nel panorama francese da molto tempo, l’Islam non può rivendicare questo aspetto “antico”. Inoltre, la colonizzazione ha contribuito a dare un'immagine deformata dell’Islam ed a stabilire delle relazioni ineguali tra Francesi e Musulmani, ma con differenze significative. Non facendo parte dei culti riconosciuti nel 1905, e non disponendo quindi né di edifici di culto né di strutture associative, l’Islam non beneficia di tutte le disposizioni della legge di separazione tra la Chiesa e lo Stato. |
La legge del 1905 è stata spesso criticata per aver regolato l’eredità del passato senza prevedere nulla per il futuro, cioè la costruzione di nuovi edifici di culto. E non ha tanto meno previsto le condizioni di esercizio dei nuovi culti che sarebbero apparsi nel territorio metropolitano dopo la legge e che, non godendo di nessun patrimonio, si troverebbero abbandonati nelle proprie mani, e questo, per una religione maggiormente praticata da persone a basso reddito, non eviterebbe di suscitare una serie di preoccupazioni data la tentazione a rivolgersi verso i benefattori stranieri per soddisfare i propri bisogni religiosi.
La principale critica che le grandi organizzazioni musulmane in Francia fanno alla legge del 1905 è che essa non permette il finanziamento della costruzione di nuovi luoghi di culto (di qualunque religione, per opposizione al mantenimento di edifici già esistenti nel 1905, autorizzati dalla legge). I francesi musulmani, in effetti, fanno molta fatica a finanziare la costruzione di luoghi di culto. |